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LE CARTE PREDICONO IL DESTINO ? - © Ilaria Ruggeri

Quando ho comprato il mio primo mazzo di tarocchi (dei classici Marsigliesi) ero una ragazzina delle medie. Non conoscevo nessuno che sapesse usarli e me ne stavo in cucina a cercare di leggere un libro a riguardo (ancora oggi piuttosto incomprensibile) e a sperimentare in solitaria.
Come tutti, avevo in mente l’immagine della fattucchiera retrò con tanto di turbante in testa, che in pochi istanti spiattella tutto il tuo destino: amore, lavoro, salute, amici e nemici. Io non avevo turbanti da mettere, ma una discreta collezione di cerchietti e fasce in pieno stile anni 90. E non credevo troppo a questa cosa del destino, che le cose fossero già decise e stabilite e che bisognasse solo scoprirle.

Il destino esiste, ma si chiama vocazione

Sono passati diversi decenni da allora, e ancora non credo affatto che il destino sia già scritto e stabilito. Credo che siamo anime libere, e non incatenate da una sorte stabilita, e sono convinta che la vita sia quella che riusciamo a costruirci giorno dopo giorno. Ma ho compreso anche che ognuno di noi ha risorse e limiti diversi, e una spinta o chiamata da seguire. È quella che James Hillman, il padre della psicologia archetipica, chiama vocazione o ghianda. Più che un destino già tracciato e definito, si tratta di un seme interiore da far crescere e sviluppare (se vuoi approfondire, in fondo a questo articolo trovi il link al libro principale di Hillman).

Se il destino non è qualcosa di già definito e scolpito nella pietra, bisogna chiedersi allora a cosa serve usare le carte. Quando da ragazzina ho iniziato a studiare i tarocchi, fondamentalmente cercavo dei consigli. Ero stufa di ascoltare i miei genitori e di certo non avevo voglia di sentirmi dire un’altra volta cosa avrei dovuto fare.
Anche se ognuno è il protagonista della propria vita, non vuol dire che sia l’unico sceneggiatore. Le cose infatti raramente vanno come ce le immaginiamo e non tutto (per fortuna!) dipende dalla nostra volontà. Siamo tutti influenzati dalle scelte degli altri e da qualcosa di ancora più grande e vivo (puoi chiamarlo Universo, Spirito, Energia o dei) che crea insieme a noi la realtà. La nostra vita diventa allora una trama piuttosto articolata e avvincente, non trovi?

Le carte dicono il vero?

Negli anni ho coniato un motto per quanto riguarda le carte e i tarocchi:

NO PREDIZIONE, SÌ ISPIRAZIONE

E la magia dove sta allora? Le carte ci aiutano a vedere non il futuro, ma la parte più nascosta e profonda. Riescono a entrare in sintonia con la rete intricata di connessioni in cui siamo immersi e con la nostra interiorità. Sono questi gli aspetti che spesso emergono nelle carte, che fanno da specchio davanti a cui ci mettiamo per conoscerci meglio.

È fondamentalmente l’approccio tarologico che adotta Alejandro Jodorowsky, per il quale i tarocchi sono archetipi della psiche (se ti interessa approfondire, a fine articolo ti indico il suo libro).

Jung stesso diceva che i tarocchi:

“sono immagini psicologiche, simboli con cui si gioca, come se l’inconscio giocasse con il suo contenuto”.

Carte per stimolare la creatività

Carte e tarocchi funzionano come simboli e vanno interpretati, come le immagini che vediamo nei sogni. Se qualcuno ti sta facendo una lettura di carte e ti dice “succederà questo”, è il momento di storcere tantissimo il naso! Quello che sta facendo non ti è per niente di aiuto, credimi. In pratica ti sta rubando il tuo potere personale, la libertà di trovare le tue risposte, di scegliere cosa vuoi fare e di assumertene le responsabilità! Ti sta trattando come un genitore un po’ autoritario che dice alla povera bambina: “solo io posso sapere come vanno le cose: ascoltami e ubbidisci!”.

Leggere le carte è un gioco, creativo e sacro.
Una stessa carta può portare messaggi diversi e suggerire significati differenti, a seconda della persona e del momento. Per questo è un gioco che non annoia mai! Ti sprona ogni volta ad andare in profondità e guardare le cose da punti di vista nuovi, a creare associazioni non prevedibili e scoprire quale ispirazione può nascere.

È un processo molto simile a quello della creatività, che infatti va a braccetto con l’intuito. Quando ne stimoli uno, stai riattivando anche l’altra.
Ed è tenendo a mente creatività e intuito che, dopo tanti anni di studio e sperimentazione, ho creato il mio mazzo di carte ANIMA LIBERA.

Ed ecco i link che ti avevo promesso!

Il libro di Hillman per sapere tutto di vocazione e ghinda, e il manuale di tarologia di Jodorowsky e Costa.