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ARTE SCIAMANICA MARINA ABRAMOVIĆ - © Ilaria Ruggeri
Penso che Marina Abramović non si dispiacerebbe affatto a essere definita artista sciamana.

Fino a pochi mesi fa di lei conoscevo solo l’aspetto più patinato e alcune famose performace, come “The artist is present” al MoMa. Ignoravo invece molto del suo percorso artistico e della sua vita privata, le avventure incerdibili che ha vissuto, il coraggio e la lucidità mentale che l’hanno da sempre accompagnata (a 7 anni sapeva già di voler fare l’artista), la sua anima decisamente libera.

Ho scoperto il mondo di Marina Abramović dalle sue stesse parole, leggendo l’autobiografia “Attraversare i muri” che è stata pubblicata anche in italiano (ti metto il link a fine articolo, se vuoi approfondire).
Certo, l’arte si può apprezzare e fruire anche non sapendo nulla dell’artista che l’ha realizzata. Ma scoprire la storia di Marina è stato come entrare un po’ nella sua testa e mi ha permesso di vedere il mondo e la creatività attraverso i suoi occhi e le sue emozioni. Un’esperienza ricca d’ispirazione, ça va sans dire.

ATTRAVERSARE I MURI di Marina Abramovic - © Ilaria Ruggeri

Anche volendo, non riuscirei a raccontarti tutti gli spunti e le riflessioni che leggere l’autobiografia dell’Abramović mi ha portato: un flusso d’ispirazione per l’artista che sono, ma anche semplicemente come donna che vive tra sogni, paure, progetti, imprevisti del presente.
Quindi ti racconterò solo 3 cose, forse quelle che più mi hanno colpito, e lascio a te il gusto di scoprire tutto il resto.

Il dolore e la meraviglia nella vita di Marina Abramović

La vita di Marina non parte benissimo, diciamocelo. E il dolore, fisico ed emotivo, non la abbandona mai. Nelle sue performance perde i sensi, sanguina, scarnifica, sviene. E nella vita viene travolta da amori e passioni, delusioni e tradimenti.
Ma lei non scappa dal dolore, anzi lo fa diventare la materia grezza della sua arte.

“Il dolore era come un muro che avevo attraversato uscendo dall’altro lato”

La vita dell’Abramović non è quindi triste, desolante o brutta. A ogni pagina si scopre uno stimolo diverso, un nuovo inizio, un’avventura meravigliosa in cui lei si lancia usando molto la testa, ma anche ascoltando l’intuito e dando retta al destino.

Marina Abramović e l’energia della performance

Sin da giovane Marina abbondona la pittura a due dimensioni per avventurarsi nella performance art, diventandone un’icona. La sua attenzione è al processo, più che al risultato o all’oggetto in sé.
Perché Marina sente l’energia, quella che si percepisce in certi luoghi o con certe persone, che possono trasmettere gli oggetti e che si genera in una performance.

“quel flusso elettrico che sento scorrere nel mio corpo, e il pubblico e io diventiamo una cosa sola”

L’arte non è decorativa, non deve essere bella. Il suo compito è catartico, perché può aiutarci a dare voce all’inconscio, con tutto quello che contiene nel bene e nel male. E può guarire il dolore, farcelo superare.

“ero convinta che l’arte dovesse essere disturbante, dovesse porre domande, dovesse predire il futuro”

La spiritualità e l’arte di Marina Abramović

Marina non è solo un’artista, ti dicevo sin dall’inizio, ma anche una sciamana. La spiritualità è una parte molto importante della sua vita e della sua arte.
Leggendo il libro ho scoperto che pratica meditazione e ritiri con regolarità, digiuna e prega, che ha anche vissuto per mesi con una tribù aborigena in Australia, ha collaborato con monaci buddhisti e sciamani coinvolgendoli nelle sue performance, e ha usato l’energia dei cristalli in alcune sue opere.

“siamo sulla terra per uno scopo, e lo dobbiamo realizzare”

 
 

Se vuoi scoprire di più Marina Abramović, qui trovi il suo libro che ha ispirato questo articolo.