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L'ARTISTA SENZA ISPIRAZIONE - © Ilaria Ruggeri

Online vedo tante foto di artisti orgogliosi con le loro opere, in posa ispirata mentre dipingono o mescolano i colori. Ed è fantastico, per carità.

Ma diciamocelo, la maggior parte delle volte che mi trovo davanti a una tela o a un foglio bianco la mia espressione è decisamente diversa.

Solitamente all’inizio non so mai cosa voglio fare, da che parte cominciare. Un quadro astratto? Un collage di carta con dei ritagli che ho raccolto? Colori chiari e vivaci, o tonalità neutre e scure? Cerco stimoli, provo a rompere il ghiaccio, ma niente mi sembra andare per il verso giusto. Allora resto al tavolo con espressione sconsolata e sguardo perso nel vuoto, sperando che prima o poi qualcosa possa succedere.

Resto così e a volte ci vogliono dei minuti, altre volte giorni o settimane. È frustrante, deprimente e irritante. A nessun artista verrebbe la voglia di fotografarsi in questi momenti e condividere la propria depressione con un numero di occhi potenzialmente infinito. Lo capisco bene.

Per quanto la situazione faccia schifo, per fortuna l’ispirazione prima o poi arriva. Raramente compare come una folgorazione che illumina ogni cosa. Spesso è un fuocherello che inizia a rischiarare le cose ed emanare tepore. Un’idea, il desiderio di copiare qualcosa che mi piace, la domanda “e se facessi così?…”. Allora lo afferro e, come una torcia, mi avventuro. E poi magari mi faccio una foto per ricordarmi il faticoso viaggio della creatività.