Ti è mai capitato di saper bene quello che desideri, di essere vicino al raggiungere un obiettivo a cui tieni o di avere chiara la strada giusta, e poi di andare in tutta un’altra direzione? Di solito pensiamo che i problemi siano solo esterni: intoppi, fallimenti, colpi di scena che la vita ci porta. Ma forse, se osservi bene la tua storia o se ascolti i racconti degli altri, ti accorgerai che spesso l’ostacolo maggiore alla propria felicità è l’autosabotaggio.
Questo meccanismo è comparso nella mia vita sin da bambina. Era la vocina che mi faceva rimanere seduta in disparte, mentre avrei voluto stare con gli altri che giocavano a rubabandiera. È stato lo stesso motivo che per anni non mi ha fatto ballare ai concerti, resistendo in modo stoico al demone della danza. E mi ha fatto anche rinunciare a viaggi, progetti all’esterno e collaborazioni facendomi sempre sentire non abbastanza pronta, preparata e competente.
L’autosabotaggio è tutta quella gamma di azioni che fai, spesso in modo inconsapevole, per darti la zappa sui piedi.
Perché esiste l’autosabotaggio?
L’autosabotaggio si manifesta perché dentro di te ci sono pulsioni e bisogni diversi, parti di te che tendono in direzioni a volte opposte. Spesso semplifichiamo e pensiamo di essere semplici e coerenti: io sono io, qual è il problema? Poi basta fermarti un momento a riflettere per accorgerti chiaramente che dentro a quell’io ci sono strati, insiemi e sottoinsiemi complessi. Puoi chiamare queste parti archetipi e provare a conoscerle meglio.
Jung ad esempio parla di Ombra, descrivendola come un aspetto buio della psiche che ognuno ha dentro di sé. È l’altro lato della tua personalità, come la Luna Nera. Più la ignori, più le dai libertà di influenzare la tua vita.
Fairbairn invece è stato il primo psicoanalista a usare il termine Sabotatore interiore. Questo aspetto dell’Io ha origini antiche, nella nostra infanzia, e si forma quando veniamo ripetutamente svalutati o iperprotetti da piccoli.
Clarissa Pinkola Estès invece racconta del Predatore della Psiche nel suo libro “Donne che corrono coi lupi”: hai presente l’uomo nero dei sogni? È l’immagine di questo aspetto naturale, che desidera imprigionare e far morire l’energia creativa dell’Anima Selvaggia.
Caroline Myss parla dell’archetipo del Sabotatore come uno dei 4 archetipi che tutti noi abbiamo in dotazione, perciò meglio conoscerlo e farci i conti. Anche perché, come gli altri archetipi, non ha solo caratteristiche negative ma può portare anche aspetti positivi nella tua vita.
In negativo l’archetipo del Sabotatore:
- fa comportare in modo autodistruttivo
- ti allontana dalla tua felicità
- nutre le tue paure
- non ti fa mai sentire all’altezza
- porta al pessimismo e alla rassegnazione
- ti inchioda alla tua comfort zone
In positivo il Sabotatore:
- ti mette in contatto con il tuo potere personale
- ti ricorda che puoi sempre scegliere
- allena la tua resistenza e determinazione
- stimola a mettere a fuoco quello che davvero vuoi
- sprona ad agire con coraggio
- sfida a seguire l’intuito
Come vedi quindi se conosci il nemico puoi non solo gestirlo meglio, ma comprendere le ragioni profonde delle tue scelte. Puoi così sviluppare comportamenti e strategie più efficaci, trovare compromessi sufficientemente buoni ed evitare di rovinarti la vita con le tue mani.