fbpx

L'IMPORTANZA DI CHIUDERE LE PORTE - © Ilaria Ruggeri
Le porte nella vita sono molto importanti: avere la curiosità di aprirle (come nella fiaba di Barbablù), il coraggio di attraversarle e la forza di chiuderle.

Non sto per scrivere un post sponsorizzato da un’azienda di serramenti. E non parlo ovviamente di porte fisiche. Certo, anche quelle sono importanti. Me ne accorgo proprio adesso che sto per andare in villeggiatura con i miei gatti a casa del mio fidanzato, che è tutta senza porte. Io che nel mio appartamento faccio come nel film “The others” per non far sgattaiolare i mici in camera da letto o lasciarli padroni indiscussi del divano quando esco.

Le porte sono dei varchi, dei passaggi che ti portano da un prima a un dopo.

Servono a gestire il flusso di persone (e animali), di energie in generale. Creano collegamenti regolati tra spazi e mondi diversi. Tra i simboli onirici, le porte rappresentano transiti, cambiamenti, aperture o chiusure verso ciò che è al di là.

La mia psicoterapeuta e mentore in couseling mi diceva che è importante chiudere le porte. E intendeva le cose che hai iniziato e a cui hai dedicato tempo ed energie, ma che poi hai mollato lì perché non sei più così convinta o non riesci a fare l’ultimo passo. Può essere un divorzio da fare, una laurea da prendere, una lettera di dimissioni da inviare.
Nessuno dice che sia facile. Infatti di solito ci sono dei guardiani delle porte a metterti alla prova: per niente rassicuranti o amichevoli, il loro compito è difendere il passaggio e testare la tua forza e determinazione.
Lasciare però le porte aperte non equivale a risolvere il problema, anzi.
Da lì arrivano un sacco di spifferi e correnti di aria. Risulti vulnerabile ed esposta, non hai privacy né silenzio per concentrarti.
Chiudere le porte è importante soprattutto per poterne aprire di altre, più grandi o nuove, o semplicemente diverse. È un po’ lo stesso discorso del decluttering: se non fai spazio, dove metti il nuovo? Così se lasci le porte della tua vita aperte disperdi energie, resti appesa a legami e situazioni che invece devi lasciar andare.

Chiudere le porte è una pratica che va fatta con regolarità. Come le pulizie di primavera o il cambio di stagione, ci sono dei momenti dell’anno perfetti per prendere in mano la situazione e rimboccarti le maniche.

Uno dei momenti perfetti è di sicuro il passaggio a un nuovo anno: è quando sei autorizzata a sognare in grande e avere fiducia in quello che verrà. Ma prima di farlo, devi chiudere. Io da un po’ di anni lo faccio preparandomi con degli esercizi di coaching. Mi aiutano a voltare pagina con serenità, a fare i conti con quello che ho vissuto negli ultimi mesi e a capire meglio da dove sto partendo.

Un altro momento importante è giugno, la metà dell’anno: è il momento dei bilanci, di analizzare e sistemare il tiro. In questo momento ti puoi rendere conto di quali porte stai tenendo aperte da troppo tempo e in cosa hai bisogno di cambiare.