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COSA SALVO DEL GIORNO DI UN MATRIMONIO (FINITO) - © Ilaria Ruggeri
8 anni fa era il giorno del mio matrimonio.
A quest’ora mi stavo sposando, vestita di arancione e verde, circondata da parenti (pochissimi) e amici (un po’ di più).
Ero emozionata, elettrizzata e sorridente.
Non potevo immaginare che mi sarei ora ritrovata qui dove sono. Che quel matrimonio era destinato a diventare un (a breve) divorzio.
Oddio, avevo pescato un sinistro 5 di Denari come tarocco d’ispirazione pochi giorni prima del grande evento. Ma ero innamorata, lanciata ed entusiasta. Mi sarei buttata anche da un burrone senza paracadute.

EPIC FAIL

 
In questi 2 anni di separazione ho fatto la mia personale damnatio memoriae: ho cancellato tutte le immagini online di quella giornata, buttato le statuine della torta nuziale (due paffuti orsetti, per la cronaca), tagliato la foto di rito incorniciata al muro e bruciato le promesse che ci eravamo scambiati.
Molte lacrime sono state piante, tanti pensieri ed emozioni sono stati analizzati. Ho anche scritto una poesia di sfogo. E un po’ alla volta, mese dopo mese, ho iniziato a lasciar andare.
Così ho cambiato casa, ho pensato sempre più al mio lavoro, ho fatto in modo di circondarmi di creatività, arte, poesia e persone luminose. Perché la bellezza potesse guarire un po’ la mia decisamente malconcia anima.
E ha funzionato.

Sono una nuova me ora, con una vita nuova.

 
Non ho risolto tutto, non ho trovato le soluzioni perfette. Però scopro che riesco a pensare a quel giorno di 8 anni fa e a non sentirmi più troppo male. Anzi, non mi va di cancellarlo completamente; perché sai che c’è? Io l’ho vissuto ed è stato un giorno veramente bello! Al di là di come poi sia andata a finire. E lo è ancora se ci ripenso.
 
Così da due chiacchiere online tra donne (che forza della natura!) ho deciso che sì, ci sono proprio alcune cose di quella giornata che mi fa piacere ricordare. E che voglio salvare:

  • il mio abito arancione, approvato anche da Anna Turcato (e da cui è partita tutta questa riflessione)
  • il mazzo di fiori ed edera realizzato dalla super creativa Ilaria
  • il rituale nel bosco, come me l’ero immaginato
  • il calderone decorato, regalo di Valeria (e che tutte le mie amiche streghe mi invidiano)
  • il sole e il cielo azzurrissimo e limpido
  • il piccolo comune in mezzo ai monti, che ha trasformato il nostro matrimonio in una festa di paese
  • l’affetto di Giulia che ci ha seguiti e immortalati
  • le risate degli amici venuti a festeggiare
  • il sorriso di mia mamma
  • l’emozione pazzesca che ho sentito, come se stessi festeggiando 10 compleanni e 5 Natali tutti assieme
  • la voce che tremava mentre leggevo le promesse
  • la festa a sorpresa di addio al nubilato
  • i tanti nastri colorati, legati come mille auguri dagli invitati
  • la fiducia, la speranza e l’ottimismo che provavo (e che mi auguro di provare ancora)