Se non sei un pirata, è difficile che ti piacciano particolarmente le cicatrici. Di solito vengono nascoste sotto i vestiti, coperta da tatuaggi o camuffate con trucco e acconciatura.
Non è però solo una questione estetica. Le cicatrici ti ricordano qualcosa del passato, un dolore, un incidente, una malattia che ha lasciato un segno. Può trattarsi anche di un segno invisibile, una cicatrice dell’anima e non del corpo. In questo caso spesso si finge non ci sia nulla, la si ignora sperando che così la cicatrice e la ferita che l’ha provocata spariscano magicamente.
Nel libro “Donne che corrono coi Lupi” si parla invece di un Clan delle cicatrici, in cui le donne non nascondono o dissimulano le ferite che hanno avuto. Se facessero così, continuerebbe a dar loro potere e a subirle in modo passivo. Le donne del Clan delle cicatrici invece hanno il coraggio di dire quello che è successo, senza nascondere o edulcorare. Niente segreti taciuti che crescono nel buio come mostri, niente scheletri nell’armadio, niente paura, vergogna o senso di colpa.
È importante nominare queste cicatrici, riconoscere le ferite, farne tesoro.
Nel Clan puoi essere finalmente te stessa, senza tacere o nascondere nulla, con tutti i segni che ti rendono unica. Sono parti di te e puoi esserne orgogliosa e fiera, comunque sia finita. Non importa nemmeno se hai vinto o perso: hai lottato, hai affrontato cose potenzialmente pericolose e sei qui a raccontarlo alle altre. Basta questo per risvegliare la Guerriera che è dentro di te.
Ogni cicatrice ha un significato, rappresenta una storia da condividere. E anche qualcosa di positivo da non dimenticare. Il tuo corpo continua a ricordare e le cicatrici che hai sono le tue medaglie d’onore. Tracciano la mappa della tua vita., rappresentano punti di svolta, imprevisti, scelte difficili.
Non ci credi? Allora inizio io con le cicatrici del mio corpo:
- una vecchia bruciatura a forma di occhio sull’avambraccio sinistro, che mi fa pensare alla curiosità e la spericolatezza di quella bambina che si avvicinò troppo al forno incandescente
- un cerchietto al centro delle fronte, causato dalla varicella a 12 anni, che mi ricorda la Luna piena e la sua protezione e femminilità
- la cicatrice sulla schiena, che ha segnato un grande cambiamento di vita: decidere di cambiare lavoro e città e di mettere la mia creatività al primo posto; dopo anni ho deciso poi di inglobare questa cicatrice in un tatuaggio, ma senza coprirla
- i taglietti delle laparoscopie per l’endometriosi sulla pancia, che sembrano piccoli trattini da riempire, puntini di sospensione che mi fanno pensare al bisogno di silenzio, pazienza e attesa
Bisogna fare questo lavoro, elencare e raccontare le ferite, anche quelle dell’anima che sono molto più difficili da individuare e nominare. Le tue cicatrici possono essere dei talismani che riattivano la forza che hai.
E se provassi a indossarle con la fierezza di chi è stata in battaglia ed è sopravvissuta?