Quando si parla di sfiga spesso si cita la legge di Murphy, un’affermazione pseudo-scientifica che sembrerebbe spiegare il perché di ogni evento sfortunato possibile.
Hai presente quando ti cade dalle mani la fetta biscottata e atterra sul lato con il burro? O quando la fila che hai scelto alla cassa del supermercato è la più lenta?
Queste sarebbero tutte dimostrazioni della validità della legge di Murphy.
Cosa dice la legge di Murphy
La versione originale si racconta sia nata dall’affermazione di un ingegnere statunitense, impegnato a svolgere un esperimento scientifico, e riportata poi da uno dei partecipanti. Si è poi modificata nella forma con cui è conosciuta attualmente.
Se qualcosa può andare male, lo farà.
È stato il comico Arthur Bloch a diffonderla e decretarne il successo con i suoi libri. Da questa prima legge sono nati postulati, costanti, varianti e corollari infiniti.
Il linguaggio è quello scientifico che si riferisce alla statistica, richiamando alla legge dei grandi numeri (in un numero elevato di occasioni, un evento improbabile finirà per verificarsi) e alla mancanza di memoria della probabilità (un evento improbabile può verificarsi anche subito o può ripetersi nel giro di breve).
In realtà di scientifico però non c’è nulla: non è vero che la sfiga è più probabile della fortuna e le cose non vanno sempre male, come se avessi la nuvoletta di Fantozzi sopra la testa.
A cosa serve la legge di Murphy
La legge di Murphy quindi non può aiutarti davvero a prevedere cosa accadrà, eppure ha un grandissimo successo ed è spesso citata. A che serve allora?
La legge e le sue tante derivazioni danno voce alle tue paure (che tutto vada male, che la tua vita sia una sfilza di insuccessi dietro l’altro) e al bisogno di controllo che tutti abbiamo (prevedere come andrà quello che non dipende direttamente da noi). Già solo esprimere le cose che ti mettono ansia di solito aiuta ad alleggerire la tensione, in più il linguaggio scientifico è decisamente rassicurante.
La legge di Murphy dà l’illusione che l’imprevedibile sia più prevedibile.
Il fatto che non poteva che andare male ti fa sentire meno Calimero: non sei la sono persona sfigata, perché siamo tutti sulla stessa barca (ovvero soggetti alla legge di Murphy)!
Inoltre chiaramente il tono è umoristico e sarcastico e ti offre così uno degli strumenti principali per aiutarti ad affrontare difficoltà e periodi difficili: l’ironia. Puoi pensare a qualcosa di più potente di una risata fatta quando ti senti nella merda fino al collo (scusa il francesismo)?
La legge di Murphy ti dà l’occasione di ridere di te stessa, delle tue paure, e dell’Universo che sembra essersi accanito contro di te. Il risultato è più leggerezza e la capacità di vedere le cose da un punto di vista un po’ diverso. Che in certi momenti non guastano affatto, non trovi?