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LA PAURA DI ESSERE FELICI - © Ilaria Ruggeri
Ti è mai capitato di abbracciare qualcuno che ami, oppure osservare qualcosa per cui hai faticato a lungo, ed essere presa dalla paura?

Proprio quando dovresti sentirti solo al settimo cielo e goderti ogni istante, sprofondi in un turbinio di terrore e ansie che vorticano nella testa.

È troppo bello per essere vero
Non me lo merito
E se succedesse qualcosa?
Come farò quando tutto sarà finito?

Sembra un controsenso, e invece non è così strano. Succede spesso e anche io l’ho sperimentato: per una relazione appena iniziata e che mi faceva svegliare la mattina con il sorriso. Ma anche dopo aver superato delle selezioni importanti, che rappresentavano per me l’inizio di una strada dritta verso i miei desideri. Oppure una domenica sera, entrando nel minuscolo primo appartamento in cui ho vissuto uscita da casa dei miei.

Perché non si riesce a essere semplicemente felici?

Felicità e gioia possono risvegliare la paura.

Gli esseri umani sono complicati, e ancora di più quando si tratta di emozioni. Il dolce si mescola all’amaro e a volte sbrogliare quello che senti non è facile. Una grande gioia, realizzare un sogno o accorgersi di essere felici può attivare la paura della perdita. Hai il terrore della sofferenza che potresti provare in futuro perdendo tutto. E questa paura contamina l’emozione positiva che stai sperimentando. Così ti ritrovi a vivere i tuoi sogni e a non riuscire a goderne. Una situazione orribile e frustrante, lo so. Arrivi anche a pensare di essere sbagliata, perché tu non riesci a essere felice come gli altri.

Sembra quasi che essere più felice ti renda più vulnerabile.
Il tuo benessere infatti dipende ora anche da quella situazione, persona od oggetto che ti sta dando gioia e che viene inglobato nella tua area della felicità. Più è ampia quest’area, più potenzialmente sei soggetta a minacce e perdite. Fai un investimento affettivo e sviluppi una forma di attaccamento.

La paura ti spinge a proteggerti.

In che modo? O vivendo nell’ansia e nel terrore, cercando di scongiurare eventuali perdite e di tenere tutto sotto controllo. Una vita d’inferno, in pratica, in cui ti senti sempre minacciata e insicura.

Altra possibilità è chiudere i rubinetti dell’emozione (della paura così come della gioia, però), sminuire o staccarti preventivamente da quello che ti dà gioia. In questo modo rinunci alla tua felicità privandotene tu stessa.

L’altra strada invece è decisamente difficile e pericolosa, ma può permetterti di essere felice e di gioire di quello che c’è nella tua vita. Comporta tollerare la tua vulnerabilità e non lasciare all’ansia il comando della situazione.

Per affrontare questi mostri oscuri puoi praticare la gratitudine.

Te lo dico subito: questo non ti risparmierà perdite in futuro. Niente può darti la garanzia di non soffrire: ci saranno di sicuro lacrime, sconfitte, momenti di disperazione. Come nella vita di tutti. “Il dolore di oggi fa parte della felicità di ieri”, recitava Anthony Hopkins in un film che mi ha colpita anni fa. Quando succede a me cerco di immaginarmi come la protagonista di un romanzo: ogni cosa, anche se orribile, crea la mia storia e la rende intensa e appassionante.

Coltivare la gratitudine può però aiutarti a rimanere sul presente, senza farti trascinare nel futuro dalla paura per quello che (forse) sarà. Quante cose ti sei persa perché eri semplicemente troppo preoccupata dalle tue ombre?
La gratitudine inoltre amplifica la gioia e ti permette di godere in modo più intenso del presente. Ti aiuta anzi a scorgere ancora più motivi per essere felice e grata. In questo modo puoi ricaricarti di cose belle ed energie positive. È come creare una scorta che ti aiuterà all’occorrenza ad affrontare le sfide del futuro.