L’anno scorso, più o meno di questi tempi, stavo mettendo a fuoco la mia parola dell’anno per il 2017: RADICI. È un esercizio che faccio da anni e che mi aiuta a capire cosa voglio realmente manifestare nel nuovo ciclo. Arrivati a dicembre poi è importante fermarsi a fare qualche bilancio e una revisione approfondita della propria parola dell’anno.
Quindi ho preso carta e penna (sono vecchio stile) e mi sono messa a riflettere su quello che è successo negli ultimi 12 mesi. Ho pensato di condividere con te la mia analisi, così magari viene voglia anche a te di fare il punto della tua situazione.
Ho realizzato la mia parola dell’anno?
Quando l’avevo scelta, dopo un lento percorso di riflessioni e intuizione, avevo in mente una sensazione precisa.
Volevo sentirmi radicata, presente e concreta.
Mi sarebbe piaciuto cambiare completamente carattere e essere così per 365 giorni. Questo no, non l’ho realizzato. Anche nel 2017 sono stata quella che improvvisa, a volte si demoralizza, si arrovella sulle scelte da prendere e si perde in voli pindarici. Nulla di nuovo sotto il sole. Ma finita l’estate devo dire che la sensazione di centratura e radicamento è aumentata naturalmente. Forse perché è il periodo dell’anno in cui l’energia si ritira proprio nelle radici? Oggi sento dentro di me una consapevolezza diversa, credo anche grazie alla routine mattutina che sto adottando e del tempo che dedico a semplici rituali per connettermi con la parte profonda di me stessa.
Devo dire che RADICI mi ha sorpresa.
Spesso la parola dell’anno si manifesta in modi inaspettati, superando le previsioni che facciamo.
Ad esempio, sono riuscita a far mettere radici e germogliare un seme di avocado, che ora ha grandi foglie verdi da sfoggiare. Io un anno fa nemmeno sapevo si potesse fare questa magia!
Altra sorpresa è stato il viaggio in India. Non era un obbiettivo programmato, ma si è presentata l’occasione l’ho subito accolta. Pensavo mi avrebbe aiutata a lavorare sulle mie radici spirituali, e invece l’effetto più importante è farmi capire che ho radici culturali molto più profonde di quello che credo. Certo non sono bloccata come un albero al luogo in cui sono cresciuta. Però non sono fatta nemmeno per vivere ovunque, ma mi sento veramente a casa in un contesto preciso.
La parola dell’anno nelle relazioni
RADICI per me aveva un significato affettivo molto importante. Un anno e mezzo fa ho lasciato tutta la mia vita a Torino ed essermi trasferita in Brianza a vivere dal mio compagno, sotto lo sguardo perplesso di molti (“ma come ti trovi lì?” mi chiedono). Per il 2017 quindi il desiderio era mettere radici in questa nuova situazione. Quest’anno di convivenza ha nutrito la nostra relazione rendendola più forte e pian piano questo territorio sta diventando anche mio.
Sentivo anche il bisogno di sciogliere dei nodi nelle mie radici genealogiche. Grazie alle costellazioni familiari e allo sciamanesimo sento di aver portato guarigione profonda a questo aspetto della mia vita che avevo molto trascurato.
Il 2017 è stato anche l’anno in cui sono germogliate nuove relazioni professionali e d’amicizia, grazie all’associazione Rete al Femminile che mi ha messo in contatto con donne energiche, motivate e spumeggianti con cui confrontarmi.
La parola dell’anno nel business
Se penso al mio business in questo momento lo vedo come una carota: una grossa radice principale, colorata e succosa, che affonda nel terreno. A inizio anno mi sentivo un pianta in un vaso troppo piccolo, bisognosa di un travaso. In questi mesi ho eliminato le radici poco fruttifere e i rami secchi del mio lavoro (tutti i progetti che non si sono sviluppati come desideravo o le strade che più che altro mi succhiavano energia e tempo). Ho messo anche più a fuoco la radice principale, la mia essenza. Il successo di delle carte Anima Libera mi ha confermato che la radice creativa è la più importante per il mio lavoro e che voglio tenere sempre ben presente. Il mio business ora sta crescendo, si sta sviluppando silenziosamente proprio come una carota nascosta sotto il terreno.
La parola dell’anno nei miei spazi
Un altro obbiettivo con cui volevo si manifestasse la mia parola dell’anno era sistemare l’ambiente di casa in cui vivo. Non sono ancora al punto d’arrivo desiderato (per intenderci, ci sono scatoloni in garage e mobili da incastrate). Il lavoro però procede: ho rivoluzionato la disposizione dei mobili della sala, ho dipinto 2 pareti di turchese e ho inserito dei complementi d’arredo che mi fanno sentire in un ambiente accogliente.