Del problema difficile di conciliare mestruazioni e lavoro ho già scritto tempo fa. Il tutto era partito da una notizia letta in rete che mi aveva fatto riflettere e anche un po’ deprimere sulla situazione delle donne nel mondo del lavoro e sulla diversità tra ritmi lavorativi imposti e ritmi naturali del ciclo femminile.
Da qualche ora invece ne gira un’altra di notizia, decisamente più bella.
La leggenda narra che esista un’azienda che ha introdotto una politica lavorativa women frendly con la possibilità di congedo mestruale utilizzabile dalle lavoratrici. Informandomi in rete credo di aver capito che l’azienda in questione più che altro si occupa di eventi culturali e di gestire degli spazi nella ridente Bristol per creare attività socioculturali, quindi parliamo di una realtà già di per sé piuttosto aperta. Guardo le foto di Bex, la responsabile che ha voluto questo cambiamento, e del suo team e vedo tutti giovani sorridenti, ben diversi dall’immagine polverosa che può venire in mente qui in Italia quando si parla di mondo aziendale.
Scopro però anche che non è la sola azienda illuminata al mondo: il colosso Nike ad esempio ha già fatto lo stesso. Non parliamo quindi di un’eccezione, ma di qualcosa che inizia a muoversi globalmente.
Mi si accende un barlume di speranza!
La responsabile spiega:
“Vogliamo una politica che riconosca e permetta alle donne di prendere del tempo per il loro naturale ciclo corporeo senza etichettarlo come malattia.”
Ma come l’è venuta l’idea di un congedo mestruale?
Dice di aver visto donne accasciate sulla scrivania per i dolori mestruali, che però rimanevano stoicamente a lavorare. Ma con che risultati, viene da chiedersi. E infatti da buona responsabile è alla produttività che pensa: prendersi dei momenti di pausa se non si sta fisicamente bene non vuol dire compromettere i risultati lavorativi. Si può essere più efficienti sincronizzando e ottimizzando le energie del ciclo naturale femminile.
Alla base di questa innoviazione scopro esserci lo zampino è di Alexandra Pope (di cui sto leggendo giusto ora il libro “Mestruazioni”, tanto per dire le sincronicità!), psicoterapeuta, attivista e formatrice. Oltre a sensibilizzare ogni donna a vivere il proprio ciclo in modo da riappropriarsi del proprio potere personale, Alexandra sta lavorando anche al tema mestruazioni e lavoro. Tra meno di due settimane sarà proprio a Bristol a tenere una conferenza sulla valorizzazione dei cicli naturali negli ambienti di lavoro. Confesso che presa dall’entusiasmo ho cercato subito voli e alberghi a Bristol, per poi rendermi conto che quei giorni ho un impegno con la burocrazia italiana e non posso andare da nessuna parte (sigh). Però sapere che ci saranno persone riunite a parlare di questo mi scalda davvero il cuore!
Magari qualcosa inizia a cambiare davvero. Un passo alla volta, può esistere un modo diverso di vivere lavoro e ciclicità!
Di sicuro le resistenze non mancheranno, temo anche nelle donne stesse.