“Mamma voglio fare l’artista!”, disse la bambina piena di sogni.
Cosa avrà risposto la sua mamma?
Forse avrà strabuzzato gli occhi, o detto “che cavolo stai dicendo?”. O magari incoraggiato il desiderio artistico dell’ingenua figlia, iscrivendola subito a corsi e scuole per imparare l’arte (ma non metterla da parte).
Quello che, credo, nessuna mamma ha mai detto in risposta a una frase del genere è: “perfetto tesoro, allora tira fuori i guantoni perché dovrai combattere”.
È una dura lezione che sto imparando sulla mia pelle, ma anche grazie a un libretto bello e divertente scritto dal curatore, ed ex artista (e questo dovrebbe già dirla lunga), Bonomi [se vuoi approfondire, ti metto il link a fine articolo].
Creare è uno sporco lavoro
Certo nel mondo dell’arte (come in ogni lavoro creativo: dalla fotografia alla grafica, dal design al teatro) bisogna fare la gavetta. Ma farsi le ossa in questi settori significa anche diventare come dei pugili, o degli esperti di arti marziali. Nel mondo della creatività devi imparare a proteggerti dalla sassaiola di critiche e attacchi, schivare con scaltrezza ogni sfiga, scavalcare con agilità le disillusioni e non restare mai a terra, ma rialzarsi da ogni fallimento.
Il mondo della creatività è ‘na guera insomma. Che a volte devi combattere con chi sta fuori, ma molto più spesso dentro di te, nella tua testa e nel tuo cuore.
E no, questo non me l’hanno mai insegnato in nessun corso di laurea, master o corso creativo che ho seguito.
Di solito, quando ti formi, ti parlano solo di talento, di tecniche da imparare o di come stimolare l’ispirazione. E di sicuro questi 3 elementi sono fondamentali per realizzare qualcosa che sia almeno un po’ interessante.
Proteggere la tua arte
Ci sono però anche tanti problemi, frustrazioni e illusioni da cui proteggersi. Nel libro che ho letto se ne fa una carrellata comica e seria allo stesso tempo.
Oltre ai pericoli più materiali e concreti, come proteggere le proprie creazioni e il proprio diritto d’autore, proteggersi da raggiri e accordi economici svantaggiosi, ci sono pericoli più emotivi e psicologici da non sottovalutare.
Ognuno ha i suoi talloni d’Achille. Qui di seguito ecco la mia top three, giusto per metterti in guardia sulle 3 cose da cui, secondo me, proteggerti se sei una persona creativa.
1. Le aspettative troppo alte (tue o di altri)
Sono un genio incompreso del mondo dell’arte? Sono un talento nato? Non credo. Sono un essere umano, non sono nata imparata, non ho risposte alla maggior parte dei miei dubbi o problemi. Ci provo, miglioro, sbaglio parecchio. E continuo a sbagliare, e a provare. Sono libera di sperimentare, di dire che non ce la faccio e anche di lasciar perdere.
2. L’indecisione
Sarà il momento giusto? Sarà la strada giusta? Sarà il tema appropriato? Forse dovrei fare un altro corso prima? Forse dovrei pensarci meglio?
La risposta giusta, quasi sempre, è fallo, Cristo santo! Fallo, e poi vedi che succede.
3. Le persone che non ti capiscono
Mia mamma dice “le cose che fai non si capiscono” e c’ha ragione. Per fortuna non devo scrivere un libretto d’istruzioni, non devo creare un segnale stradale. Creo con il mio stile, seguo la mia poetica.
Il gallerista di Cy Twombly, uno degli artisti contemporanei che amo di più, rifiutò di esporre i dipinti della sua serie di Lexington perché “non capiva che cosa fossero”. Ecco, forse Twombly non l’avrà presa benissimo, ma certo non ha smesso di dipingere. E se lui l’ha superata e ha continuato a creare opere meravigliose, direi che possiamo farcela anche noi.
Il libro d’ispirazione di cui ti ho parlato lo trovi qui.