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VIAGGIARE E SOPRAVVIVERE IN INDIA - © Ilaria Ruggeri
Stai pensando a un viaggio in India, ma non sei sicura di essere pronta? Ti racconto, nuda e cruda, la mia esperienza così puoi prepararti al meglio.

Questa estate infatti sono stata 5 settimane in India e una volta tornata la domanda che tutti mi fanno è “Com’è l’india?”. Per la prima volta non so dare una risposta semplice. Non riesco infatti a dire bella e liquidare così l’argomento, ma non posso di certo definirla brutta. La mia risposta allora è “intensa”. Al che segue di solito uno sguardo enigmatico di chi mi ascolta.

Un viaggio in India è soprattutto un viaggio dentro di te.

Ma non intendo quel genere di viaggi mistici e contemplativi, in cui resti immobile e immersa nella serenità. No, ti aspetta un viaggio chiassoso e faticoso tra le tue resistenze psicologiche. L’India fa sbattere il muso sui propri punti deboli e costringe ad affrontare ansie e paure. Riesce ad affondare il dito e a girarlo in piaghe che non ti eri nemmeno accorta di avere. E una volta lì, è difficile far finta di niente come al solito.

Quale viaggio fare in India

Andare in India è stata fino ad ora l’esperienza più impegnativa e sfidante che io abbia fatto. Ma per prima cosa devo raccontarti quale tipo di viaggio ho sperimentato. L’India è un paese gigantesco e le esperienze che puoi fare sono molto diverse a seconda di dove e quando decidi di andare.
Io sono partita ad agosto (periodo di monsoni) e ho visitato principalmente il Rajasthan (India del Nord), che è più desertico e quindi con meno piogge. Ho però fatto due tappe (Nuova Delhi e Varanasi) un po’ più a sud, dove ho sperimentato un tasso di umidità mai provato in tanti anni di vita in Pianura Padana. Per 7 giorni ho sudato come una fontana, andando in giro con magliette, pantaloni e mutande chiazzati di sudore in modo imbarazzante.

Questo è stato il mio primo viaggio in India (e anche il primo intercontinentale) e sono partita con il mio fidanzato, che invece ha viaggiato molto in Asia e Sud America. Sapere di avere un compagno di viaggio del genere sicuramente mi ha tranquillizzata e, col senno di poi, non consiglierei a nessuno di andare in India in completa solitudine, soprattutto se è la prima volta.
Abbiamo optato per un viaggio slow completamente faidatè: zaino in spalla (leggero, che la mia schiena è delicata), treni e bus locali, guest house per dormire e un programma super flessibile che costruivamo giorno per giorno. Questo ci ha permesso di essere sempre a contatto con le persone del luogo, scoprire e vivere i posti in cui ci fermavamo e non restare troppo stanziali.

Che effetto fa l’India

Prima di partire avevo in testa romantiche immagini di tessuti colorati, profumi esotici e speziati, tramonti vibranti. Ma chi c’era già stato mi aveva avvertita: l’India è una botta! C’è chi me l’ha descritta come uno schiaffo in faccia, chi come un pugno nello stomaco o un fiume in piena. Insomma, prima di partire ero pronta al peggio e sapevo che sarebbe stata ‘na guera.
Quando ho messo piede sulla terra di Mamma India ho sperimentato subito che non c’era da scherzare: in 10 minuti ho perso il passaporto (e poi ritrovato). Io che sono la signorina precisina rompiscatole! “Iniziamo bene” ho pensato.

Cosa ho scoperto nel mio viaggio in India

Di cose belle, momenti meravigliosi e insegnamenti importanti in 5 settimane ne abbiamo vissuti tanti (qui ne ho parlato meglio), ma qui voglio raccontarti le consapevolezze di base che ti servono per partire preparata e sopravvivere a questa esperienza.

  • Il traffico è un concetto relativo

    Avevo sperimentato quello di Roma e Milano, ma in India ho scoperto l’ebrezza di rimanere incolonnata a piedi, tra moto e tuktuk (che suonano c o n t i n u a m e n t e il clacson) e mucche, of course

  • Ogni cosa può essere faticosa e impegnativa

    Trovare un posto per mangiare, spostarsi da una zona all’altra, ottenere un’informazione, trovare l’ufficio per fare i biglietti del treno, entrare in un negozio a fare acquisti: ci vuole una calma zen per affrontare queste mille piccole avventure quotidiane e tanta, tanta energia

  • Lo sporco è sopravvalutato

    Quando dici che casa tua è sporca non hai idea di cosa stai dicendo: quando tornerai ti sembrerà in ogni caso il posto più pulito e ordinato del mondo (e ti verrà una strana voglia di fare con gioia le pulizie che prima odiavi)

  • Il tuo corpo ‘gna fa

    Tra aria condizionata a palla e ventilatori strategici giusto sopra il letto, cibi e acqua di dubbia provenienza (ho trovato degli strani rametti anche nell’acqua sigillata), fogne a cielo aperto e alto contatto con centinaia di persone ogni giorno, è un attimo prendere un virus o un batterio, o anche un semplice squaraus: parti premunita e sappi che il farmacista (che vende anche medicine sfuse) potrebbe diventare il tuo miglior amico

  • Lo stress ti fa sbroccare

    Siccome sei sotto pressione continuamente, a un certo punto è normale esplodere, perciò metti in preventivo almeno una crisi di nervi o un litigio con i fuochi d’artificio: sapere che arriveranno questi momenti ti aiuterà almeno a ridimensionarli (a posteriori)

  • Le tue radici sono preziose

    Io che sono esterofila e ho sempre pensato di lasciare l’Italia, mi sono accorta che no, non sono trapiantabile in qualsiasi angolo del mondo: ci sono cose che fanno parte della tua storia e delle tue tradizioni e che ti accorgi di avere solo quando ti mancano.

L’India è stata intensa quindi sia fisicamente (2 cicli di antibiotici in 20 giorni, siore e siori) sia emotivamente, e mi ha trascinata fuori dalla mia comfort zone più di quello che avrei scelto consapevolmente. È che quando sei lì non hai più il controllo: o riesci ad accettare la sfida (e rischiare di avere preziose illuminazioni) o il viaggio in India può trasformarsi nel tuo peggior incubo.

E comunque, la cosa più inutile che abbia messo nello zaino è stata la crema idratante per il viso: era sempre bello unto di suo, tra sudore e sporco.