La morte non è una cosa a cui penso spesso, ma l’autunno e questo periodo di ricordo mi fanno fermare a riflettere.
Per prima cosa mi dico che la conosco poco, perché per fortuna quasi tutte le persone che amo sono ancora vive. Però se guardo meglio, mi accorgo che anche la mia vita è piena di morti simboliche: tutte le volte che ho finito una storia, i traslochi in giro per l’Italia, i cambi di lavoro, i tanti futuri possibili che ho abbandonato nel tempo (come aprire un b&b in Finlandia), i figli non nati, gli eventi e i progetti non realizzati. Un’ecatombe su cui vivo serenamente, senza nemmeno accorgermene.
Perché è così: la morte è sempre al tuo fianco.
La luce del faro della consapevolezza illumina solo la crescita costante, il progresso e l’aumento, ma se osservi l’ombra accanto trovi altro. No, non crescerai per sempre. No, non diventerai sempre più intelligente e abile nella vita. Io l’ho capito chiaramente quando mi ha bloccata a letto un’ernia al disco: ma come, il mio fisico può peggiorare? Non funzionava che ogni hanno diventano più grande? E lo sto capendo anche ora che il mio business sta disattendendo la crescita che aspettavo per il 2016, nonostante l’impegno che ci sto mettendo in questi mesi.
A un certo punto ti accorgi che non ti muovi solo come una retta che punta in alto, ma hai linee sinuose, curve impreviste e a volte torni persino indietro: segui un ciclo.
La morte, la fine, la decrescita sono una fase di questo ciclo. Clarissa Pinkola Estés parla di alternarsi di Vita-Morte-Vita: una fase è legata all’altra, poco da fare. Ma su questo abbiamo tutti la memoria incredibilmente corta, e probabilmente anche una fifa blu, perciò pensiamo solo al primo step e facciamo di tutto per restare lì e non cambiare. Generando così incredibili problemi e ansie.
In realtà la lezione è semplice e meno drammatica se ti fermi a guardare la Natura: ogni cosa ha la sua stagione e il lasciar andare è indispensabile come la crescita. Se non cadessero le foglie in autunno, come potrebbero sbocciare le gemme in primavera? Applica questo concetto a ogni ambito della vita e avrai il quadro completo.
Nel libro “Donne che corrono coi lupi” si racconta la storia della Donna Scheletro: una figura inquietante, ma positiva. Arriva a dirti che anche nell’amore si sono dei cicli, alti e bassi fisiologici delle relazioni. Anche Freud d’altronde parla in psicologia di Eros e Thanatos come due pulsioni vitali presenti in ogni persona: dentro di te ci sono entrambe. Ti è mai capitato di sentire qualcosa di diverso e pensare preoccupata “Oddio, sarà l’inizio della fine?”. Prima di entrare nel panico, pensa che quello che senti non significa per forza che tutto è perduto. Probabilmente c’è solo bisogno di un cambiamento; rasserenati un momento e stai a vedere cosa succede.
La Donna Scheletro, come la Diosa de los muertos, è così saggia e compassionevole da venire nella tua vita per ricordarti questo alternarsi ciclico. Non è un mostro arrivato per terrorizzarti, in stile film horror, ma una maestra spirituale.
Il tuo compito è accogliere la morte e ascoltare le sue indicazioni su cosa fare:
- non scappare
- non negare
- aspetta
- lascia morire
- permetti alle cose e a te stessa di cambiare